Retina è un progetto dell’artista Stefano Arienti a cura di Simone Ciglia promosso dalla Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, vincitore della III edizione del bando Italian Council (2018), concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
Partner: Istituto Italiano di Cultura di Barcellona
Media partner: Artribune
ArtistaStefano ArientiAnno2018 - 2019
Il progetto ha previsto la realizzazione di tre arazzi, realizzati nel contesto di una residenza dell’artista nei laboratori dell’Arazzeria Pennese tra il 2018 e il 2019, il cui soggetto nasce da una selezione di immagini fotografiche sottoposte a un processo di retinatura. Le immagini infatti sono state sottoposte a un lungo processo di elaborazione digitale per arrivare al grado di risoluzione e alle proporzioni adatte al trattamento della macchina, in una complessa traduzione dal pixel delle matrici fotografiche ai fili della tessitura.
Il risultato finale compone un trittico d’immagini che, pur originate in maniera indipendente fra loro (in periodi e luoghi diversi), tracciano complessivamente un itinerario: un percorso dall’interno all’esterno – alla casa al paesaggio, attraverso una soglia. L’immagine di un interno è quasi totalmente occupata da un letto su cui è posata una coperta decorata da un motivo geometrico; i cuscini e le lenzuola sgualciti testimoniano il recente utilizzo. Si tratta del letto in cui ha dormito l’artista in occasione di una residenza presso S. Stefano di Sessanio (AQ). L’immagine autobiografica racconta quella «lezione del quotidiano» (Chiara Bertola) che insegna l’opera di Arienti. Dietro l’apparente semplicità, la rappresentazione custodisce una mise en abyme, ordendo nell’arazzo l’immagine di un’altra opera tessile – la trapunta – il cui interesse risiede nel motivo decorativo tradizionale. L’altra immagine proviene da uno scatto nel museo Dar Batha di Fes in Marocco: è la soglia di una porta ripresa dall’alto, in cui si giustappongono due partiti ornamentali geometrici del pavimento. La complessità della decorazione, accresciuta dall’effetto di luce, aveva sollecitato dall’inizio l’interesse dell’artista per una possibile traduzione tessile. La terza immagine è invece un paesaggio dell’altopiano di Campo Imperatore, anch’esso raccolto in occasione del soggiorno abruzzese. Una vertiginosa prospettiva transita dal primo piano affollato di rocce allo sfondo annuvolato del cielo. Soggetto centrale nella produzione di Arienti, il paesaggio è indagato con una tensione scientifica che risente della sua formazione (l’artista è laureato in Agraria). La natura si esprime qui nei termini di assolutezza, «separata – come affermato dall’autore – dai suoi visitatori umani».
L’esecuzione degli arazzi è stata accompagnata da una serie di attività didattiche indirizzate a studenti dell’Università Europea del Design di Pescara, avvicinati e resi partecipi del processo di realizzazione dell’opera.
“Retina” è stata presentata per la prima volta al pubblico internazionale presso l’Istituto Italiano di Cultura a Barcellona (21 giugno – 14 luglio 2019) e a seguire nella mostra Sul filo dell’immagine. Trame dell’Arazzo Contemporaneo (20 luglio – 1 settembre 2019, Palazzo De Sanctis, Castelbasso).
“Retina” infine è divenuta parte della Collezione Permanente del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma.
Il progetto è stato documentato nella pubblicazione “Stefano Arienti. Retina“, a cura di Simone Ciglia (Silvana Editoriale, 2019)
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