a cura di Silvia Pegoraro
Palazzo De Sanctis
16 luglio – 27 agosto 2006
ArtistaMario SchifanoAnno2006
La mostra ha ripercorso l’arte di Schifano dai primi anni ’60 del secolo scorso sino alla sua morte (1998). Essa ha voluto mettere in evidenza, attraverso una scelta di opere di grande qualità, soprattutto la natura “mediterranea” dell’arte di Schifano: la sua luce, il suo colore, le sue risonanze culturali.
Dopo un passaggio, negli anni ’50, attraverso l’arte informale, nei lavori eseguiti dal Maestro nei primi anni ‘60 un’iconografia minima (numeri, linee) si è integrata con stesure monocromatiche di colori industriali spesso lasciati sgocciolare sulla carta o sulla tela. Quasi immediatamente nel lavoro di Schifano sono comparse le insegne pubblicitarie (i celebri logo della “Esso” o della “Coca-Cola” ne sono un esempio). Queste fasi artistiche di Schifano sono state magnificamente esemplificate nella mostra di Castelbasso, anche per dare una ulteriore dimostrazione che l’artista italiano non aveva nulla a che vedere, con tutta evidenza, con la Pop Art di matrice statunitense che, con Warhol, voleva cancellare dall’opera la traccia della mano dell’artista. Schifano, infatti, mirava esattamente all’opposto: alla meccanicità ripetitiva egli voleva contrapporre la manualità dell’esecuzione, la forza espressiva dell’idea e del gesto individuali.
Opere appartenenti alla serie dei “Paesaggi anemici”, delle “Stelle” e delle “Oasi” così come alcune della serie “Compagni Compagni” e senza tralasciare esempi dei “Paesaggi TV”, sono state ammirate da un pubblico curioso e attento e molto spesso competente. Dai colori pastosi e timbrici stesi su tela, alle sabbie vellutate evocatrici della sua terra natia, fino alle tele emulsionate e impressionate con fotogrammi tratti dalle immagini mobili e cangianti della televisione, la mostra castelbassese ha ripercorso l’itinerario artistico di Schifano, ribelle come gli anni in cui aveva vissuto, anche se la sua vita di “artista maledetto” è stata esagerata da certa stampa superficiale a cui è sfuggito il grandissimo lirismo del Maestro, erede della disperata energia di Van Gogh e della sua vibrante energia. La quale, dopo un lungo periodo di crisi riflessiva, riemergerà con un nuovo slancio pittorico, nei suoi incredibili anni ’80, quando Schifano rinacque in un miracolo di inventiva, di colore e di luce, il quale evolverà nell’inquietudine, nel mistero, nell’eleganza degli anni ’90.
Una mostra, quella di Castelbasso, che di Schifano ha riassunto la vita, perché la pittura, il Maestro, l’ha vissuta. Come gli oltre ottomila visitatori hanno potuto constatare assistendo anche alla proiezione di due video di cui Schifano e la sua arte erano protagonisti.
Catalogo “Mario Schifano. Il colore e la luce”, a cura di Silvia Pegoraro, Skirà, Milano, 2006
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