a cura di Simone Ciglia
Palazzo De Sanctis
21 luglio – 1 settembre 2019
ArtistaStefano ArientiAnno2019
La mostra si propone di contestualizzare la nuova produzione in una più ampia riflessione sull’arazzo, svelando le possibilità contemporanee di una tecnica di antiche origini, che nella sua secolare storia non ha cessato di sollecitare la creazione artistica. Le complessità tecniche – professionalità richieste, lunghi tempi di esecuzione, costi elevati – hanno fortemente limitato la produzione in questo campo. La proposta culturale della Fondazione Malvina Menegaz, da anni impegnata nella produzione e valorizzazione dell’arte contemporanea in dialogo con il territorio, intende offrire un contributo al rilancio di questa tradizione, la cui attuale posizione marginale ne mette a repentaglio la stessa sopravvivenza: la conservazione di questo patrimonio non può che passare attraverso una sua riproposizione nel contemporaneo.
Allestita nelle sale di Palazzo De Sanctis a Castelbasso, la mostra presenta un’ampia selezione di opere prodotte dall’Arazzeria Pennese. Fondata nel 1965 da Fernando Di Nicola e Nicola Tonelli, professori del locale Istituto d’Arte “Mario Dei Fiori”, l’Arazzeria Pennese si afferma in breve tempo come uno dei principali centri di produzione dell’arazzo in Italia, con il coinvolgimento di alcuni fra i maggiori artisti dell’epoca (fra questi, Afro, Giacomo Balla, Giuseppe Capogrossi). Elemento distintivo è la tecnica del basso liccio, che prevede l’utilizzo di telai di orientamento orizzontale e un diverso procedimento di lavorazione, fondato sulla stretta collaborazione con l’artista sia nella fase progettuale del cartone sia in quella realizzativa della selezione delle mazzette (le lane colorate impiegate nella trama del tessuto). Dal 2018 sotto la proprietà dell’azienda Brioni – fra le eccellenze italiane nel campo dell’abbigliamento sartoriale – l’arazzeria sta sperimentando nuove possibilità espressive dettate dall’adozione di processi di meccanizzazione, che ne fanno una realtà pressoché unica nel nostro Paese ancora attiva in questo settore.
La produzione dell’Arazzeria Pennese è messa a confronto con un’altra manifattura coeva, l’Atelier d’arte tessile Elio Palmisano, attivo dal 1968 al 2005 con un catalogo di 320 opere che spaziano dalle Avanguardie storiche ad artisti contemporanei. A questi due nuclei si accompagna una scelta di arazzi di altre manifatture contemporanee che testimoniano della rinnovata attenzione di cui questa tecnica ha goduto nella più recente produzione artistica: la maison Pinton a Felletin, l’Arazzeria Vestina 66 e la manifattura tessile Bonotto.
Artisti: Afro, Giacomo Balla, Giuseppe Capogrossi, Mario Costantini, Enzo Cucchi, Alberto Di Fabio, Piero Dorazio, Ugo La Pietra, Andrea Mastrovito, Matteo Nasini, Antonio Paradiso, Mauro Reggiani, Giuseppe Stampone, Marco Tirelli, Costas Varostos
Nell’ambito della mostra verrà presentata per la prima volta al pubblico italiano l’opera Retina di Stefano Arienti, realizzata anch’essa nei laboratori dell’Arazzeria Pennese di Penne (PE) tra il 2018 e il 2019. La realizzazione dell’opera è avvenuta nel contesto della residenza dell’artista in Abruzzo: durante la permanenza, Arienti ha avuto modo di progettare il lavoro in dialogo con le maestranze specializzate nella manifattura dell’arazzo nei laboratori pennesi, seguendone periodicamente l’elaborazione. Al termine dell’esposizione a Castelbasso, l’opera entrerà a far parte della Collezione Permanente del Museo MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXII secolo di Roma.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno del bando Italian Council promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
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