a cura di Laura Cherubini e Eugenio Viola
Palazzo Clemente
29 giugno – 1 settembre 2013
ArtistaMimmo PaladinoAnno2013
La mostra riassume i vari aspetti dell’opera dell’artista, evidenziandone, tra cortocircuiti e slittamenti, la continuità e le divergenze nella poetica, i temi prediletti, le fonti d’ispirazione, la sperimentazione.
L’ansia del futuro che aveva contraddistinto la Modernità, tra gli anni ’70 e ’80 si stemperava nella nostalgia e nella memoria con un grande ritorno alla pittura, di cui Mimmo Paladino (Paduli, 1948) è stato l’artefice, realizzando dipinti dall’evidente vigore formale e cromatico. Ma l’artista, che con “varie azioni” creative ricerca sempre “variazioni” sul tema dell’arte, va oltre lo spazio e la ricchezza materica dei dipinti per realizzare opere scultoree caratterizzate dall’essenzialità del gesto e dalla purezza della forma. Paladino scultore, le cui opere pittoriche e plastiche sono raccolte nelle sale espositive di Palazzo Clemente, a Castelbasso come altre volte e altrove, cerca il dialogo con il luogo, esponendo sculture anche in un tipico fondaco e sulle mura del borgo. La mostra castelbassese riassume i vari aspetti dell’opera dell’artista, evidenziandone, tra cortocircuiti e slittamenti, la continuità e le divergenze nella poetica, i temi prediletti, le fonti d’ispirazione, la sperimentazione. Ne risulta, così, un’esperienza che affronta anche le diverse materie del suo lavoro: la pittura e la scultura, appunto, ma anche il disegno, la terracotta e la ceramica.
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